Sole e farmaci, anche d'inverno
Alcuni farmaci, quali per esempio contraccettivi orali, antimicrobici (sulfamidici, chinolonici), antidepressivi, diuretici, antinfiammatori, antistaminici e antiaritmici, possono dar luogo a reazioni di fotosensibilizzazione, cioè a impreviste manifestazioni cutanee sotto forma di macchie o eruzioni di tipo eczematoso. A seconda della sostanza in causa è diverso il meccanismo responsabile di questo fenomeno: si parla di fototossicità quando il farmaco (per esempio sulfamidici e tetracicline), per effetto dell’esposizione alla luce, viene trasformato in composti direttamente irritanti e perciò responsabili di una risposta infiammatoria nelle zone esposte.
Il risultato è la comparsa di macchie arrossate o iperpigmentate (cioè di colore più scuro rispetto alla normale carnagione dell’individuo) oppure, in alcuni casi, di vescicole. La fotoallergia, invece, è mediata dal sistema immunitario: in questo caso il farmaco, modificato dall’energia luminosa assorbita, in un intervallo variabile da pochi minuti a 24 ore, da luogo a una reazione simile all’orticaria che si spinge anche oltre le aree esposte.
Sono dunque più a rischio di tali reazioni gli individui che devono seguire terapie croniche. Per tale ragione è sempre valido il consiglio di un’attenta lettura del foglietto illustrativo dei farmaci che si assumono: in questo caso, la miglior soluzione sta nell’evitare l’esposizione al sole, soprattutto nella fascia oraria tra le 11 e le 16.